Traversa, Edoardo
[UCL]
Lotito Fedele, Stefania
[UCL]
Il potere di istituire e riscuotere tributi propri è percepito come un elemento centrale della sovranità dello Stato, e nelle strutture federali, dell’equilibrio tra livelli di governo. Lo intuiva già nel 1787 Alexander Hamilton, uno dei padri fondatori degli Stati Uniti d’America, quando sostenne con forza l’istituzione e la riscossione a livello centrale di alcuni tributi, preferendole a un sistema principalmente basato su contributi degli Stati dell’Unione. Egli ha descritto «un sistema di contributi e requisizioni, qualora applicati a uomini o soldi, è sotto ogni aspetto, un sistema di debolezza (“imbecillity”) dell’Unione, e di disuguaglianza e di ingiustizia tra i suoi membri stessi» (Hamilton 1787b; vd. anche Hamilton 1787a). Nell’Unione europea, invece, i negoziati sulle prospettive finanziarie e sulla determinazione delle risorse proprie dell’Unione vertono principalmente sull’ammontare dei contributi dei singoli Stati, e molto meno sulle competenze fiscali dell’Unione. Ciò debilita la capacità dell’Unione a condurre politiche ambiziose di lungo termine, ipotecandone potenzialmente la sua stessa ragione di essere. I recenti sviluppi legati alla crisi del COVID-19 (e non solo) sembrano aprire uno spiraglio per futuri cambiamenti. L’imposta europea è un tema che suscita un ampio dibattito sia a livello europeo che a livello nazionale, e non solo di natura politica,tra sovranisti e federalisti, ma anche sulle modalità tecnico-giuridico-costituzionali che un tale cambiamento implicherebbe. Per tale ragione, è utile presentare un’analisi strutturata prima degli strumenti finanziari assegnati all’Ue, poi di una riforma delle risorse proprie e, infine, della possibilità di prevedere la nascita di un tributo europeo, pur nella consapevolezza dei limiti di tale riforma a riguardo dell’assetto costituzionale attuale dell’Unione Europea. Conseguentemente, necessiterà anche domandarsi che tipo di tributo sarebbe adeguato a tal fine. Il presupposto da cui partire muove dalla consapevolezza che la coerenza e la sostenibilità di un sistema di finanziamento dipendono in larga misura dall’interazione tra entrate e spese. Di conseguenza, la seguente valutazione offre più che altro una guida tecnica per il processo decisionale, senza affrontare il tema della destinazione del gettito di una futura imposta europea, elemento fondamentale per rafforzarne la legittimità (questo profilo si trova affrontato da Fontana 2022).


Bibliographic reference |
Traversa, Edoardo ; Lotito Fedele, Stefania. La riforma delle risorse proprie e la possibile introduzione di un tributo europeo. In: Mauro Campus, Stefano Dorigo, Veronica Federico, Nicole Lazzerini (eds), Pago, dunque sono (cittadino europeo), Firenze University Press 2022, p. 190 |
Permanent URL |
http://hdl.handle.net/2078.1/279337 |