Nannicini, Chiara
[USL-B]
L’articolo si propone di studiare le risonanze tra i due grandi scrittori del Novecento, Leonardo Sciascia (1921-1989) e Heinrich Böll (1917-1985). Nonostante alcune differenze importanti tra due intellettuali vissuti alla stessa epoca ma in situazioni socio-culturali ben diverse, si riscontrano infatti alcune analogie tematiche e stilistiche di notevole interesse, che possono costituire l’oggetto di un’analisi comparata con conseguente riflessione teorica. In particolare, il tema della persecuzione alle streghe, esplicito nello scrittore siciliano (La strega e il capitano, 1986), e ben presente anche nell’opera di Böll, dove compare in brevi racconti (La valle degli zoccoli tonanti, 1957) per riaffiorare in opere di più ampio respiro (Foto di gruppo con signora, 1971). Tale tematica, cui entrambi gli scrittori si mostrano particolarmente sensibili, sfocia spesso in una riflessione sulla figura femminile come vittima della mentalità borghese e ottusa, bersaglio di stereotipi in vigore e di costrizioni sociali. Un altro elemento di paragone interessante consiste nello zelo civile di entrambi, che si riscontra specularmente nelle due produzioni e che si manifesta nella critica del sistema – non tanto in quanto disprezzo delle istituzioni legittime, bensì in quanto difesa di tali istituzioni contro la manipolazione arbitraria che ne è fatta. Böll e Sciascia affrontano la tematica in una duplice forma di espressione: la parodia, che va letta in chiave allegorica, e la denuncia aperta. Alla prima fase corrispondono i Rapporti sui sentimenti politici della nazione di Böll (1975) e Todo modo di Sciascia (1974), dove il senso del grottesco che avvolge i personaggi e il piglio ironico dello scrittore lasciano percepire in controluce una critica del sistema. Quando la critica si fa aspra e la denuncia esplicita, come per L’onore perduto di Katharina Blum (1974) e L’affaire Moro (1978), i due scrittori sembrano incrociare i loro percorsi narrativi. Questi due libri, in particolare, presentano non solo una medesima autonomia di giudizio e un simile distacco critico, straordinari nel contesto spinoso degli anni di piombo, ma anche vere e proprie analogie nell’analisi critica delle forze in gioco e delle reazioni della collettività sociale. In tali opere, come anche in altri testi di narrativa e di saggistica, s’impone infine la critica alla stampa e ai mezzi di comunicazione di massa, capaci di rivoltare qualsiasi situazione con intenti di dubbia moralità, fino a diventare organi di uno strapotere di cui Sciascia e Böll sono tra i primi a cogliere e a delineare il pericolo. Tali filoni mostrano senz’ombra di dubbio un rapporto indissolubile tra letteratura e politica nell’opera dei due scrittori e, per noi, una sintonia di pensiero e di scrittura che, se presa in considerazione in modo approfondito, consentirebbe di riscoprire, in ognuno dei due scrittori, alcune caratteristiche dissimulate ma essenziali.


Bibliographic reference |
Nannicini, Chiara. Partecipare alle vicissitudini del proprio tempo. Leonardo Sciascia e Heinrich Böll. In: Albertina Fontana, Ivan Pupo, Nel paese di Cunegonda. Leonardo Sciascia e le culture di lingua tedesca, Leo Olschki : Firenze 2019, p. 127-138 |
Permanent URL |
http://hdl.handle.net/2078.3/227549 |