Cavalieri, Marco
[UCL]
Il magistero di Paul Veyne, espresso in una paideia greca (intesa nella sua più ampia accezione) quale patrimonio di idee, savoir-faire e cultura, che Roma conobbe in Oriente e successivamente diffuse in Occidente, sarà la base metodologica di questa conferenza. Essa, infatti, ha come obiettivo di comprendere attraverso quali canali e in quali circostanze un tipo architettonico di natura funeraria, ai più noto come “monumento funerario ad edicola” assuma, alla fine dell’età repubblicana, una dimensione di alto gradimento tra le élites della Cisalpina (Aquileia, Mantova, Parma, Modena, Sarsina etc.), e successivamente tra quelle delle province transalpine, fino al III sec. d.C. Per comprendere questo fenomeno sarà necessario riconoscere le origini (orientali) ed il significato (o i significati) che nel corso dei secoli tale tipologia monumentale sembra ricoprire, caratterizzandosi quale monumento di grande longevità e diffusione nell’ambito dell’intero bacino mediterraneo. Tale percorso ci condurrà a scoprire come esso faccia parte di una koinè architettonica e culturale che Roma adotterà fino a perderne completamente nel tempo la dimensione storica (non ideologica), arrivando a considerare tale monumento una diretta emanazione dell’appartenenza all’identità romana e quindi attestazione da parte dei notabili provinciali di una completa romanizzazione.


Bibliographic reference |
Cavalieri, Marco. I monumenti funerari a edicola nel mondo romano. Un fenomeno di ellenizzazione e romanizzazione .Mutina Splendidissima. Mutin(a)live (Modène, Musei Civici, 24/02/2018). |
Permanent URL |
http://hdl.handle.net/2078.1/195836 |