Metlica, Alessandro
[UCL]
L’italianismo in voga alla corte francese tra XVI e XVII secolo è un oggetto critico sfuggente e complesso, anche per ciò che concerne la sua periodizzazione e i suoi protagonisti. Se il nostro sguardo sul Cinquecento resta tutt’altro che a fuoco, i contorni del fenomeno del Seicento sono ancora più incerti e difficili da tracciare. A dar retta alla vulgata critica, l’italianismo della Parigi barocca muoverebbe da due fattori: la reggenza di una principessa italiana, Maria de’ Medici (1610-1617), e il soggiorno in Francia di Giovan Battista Marino (1615-1623). Un’indagine più concreta, condotta sulle fonti del tempo, rivela che queste tesi sono imprecise, se non apertamente errate. Tra la fine del Cinquecento e il Seicento, tra gli ultimi Valois e l’epoca di Luigi XIII, non c’è una netta soluzione di continuità per quanto riguarda l’italianismo di corte; si modifica, naturalmente, l’“orizzonte di attesa” entro cui i modelli italiani sono ricevuti e rielaborati, ma quei modelli restano grosso modo gli stessi, al punto che le opere di Marino non giocano un ruolo di rottura, ma si situano viceversa in una linea consolidata. Alla luce di queste considerazioni, appare necessario rivalutare la parte avuta da Tasso in questo processo. Partendo da alcune tesi già lucidamente enunciate dalla critica – l’enorme influenza della pastorale; la presenza irrinunciabile, tra le letture dell’aristocrazia francese, dell’epopea e del “meraviglioso” italiani; la persistenza dei codici epico-cavallereschi nell’etica nobiliare – si proporranno alcuni episodi poco noti della fortuna di Tasso nel Seicento francese: spie di un successo che talvolta si fa sotterraneo, quasi carsico, ma che resta stupefacente per ampiezza, profondità e durata. Due i casi che saranno studiati nel dettaglio: gli arazzi tratti da scene dell’Aminta e della Liberata voluti da Nicolas Fouquet per il suo castello di Vaux-le-Vicomte (1656-1661) e i lussuosi festeggiamenti teatrali, tenuti nella forma del balletto di corte, che tra il 1617 e il 1619 fecero della Liberata un fervido campo di riflessione, attribuendo al poema tassiano rivendicazioni d’ordine allegorico e politico.
Bibliographic reference |
Metlica, Alessandro. Arazzi, balletti, feste di corte. Tasso e il Seicento francese.La fortuna del Tasso eroico tra Sei e Settecento: modelli interpretativi e pratiche di riscrittura (Université de Padoue, du 03/02/2015 au 04/02/2015). |
Permanent URL |
http://hdl.handle.net/2078.1/155206 |